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Estefano Tamburrini

Domenica 13 novembre si celebra la VI Giornata mondiale dei poveri

Aggiornamento: 9 nov 2022



“Cristo si è fatto povero per voi” (Cfr. 2 Cor. 8,9)



“Davanti ai poveri non si fa retorica, ma ci si rimbocca le maniche e si mette in pratica la fede attraverso il coinvolgimento diretto”.


Qui il mandato lanciato da Papa Francesco in attesa della IV giornata mondiale dei Poveri: appuntamento che sarà celebrato domenica prossima, 13 novembre, alle 15, presso la Parrocchia di Gesù Redentore con l’intervento dell’Arcivescovo Erio Castellucci e alcune testimonianze di accoglienza nel territorio. L'incontro è stato organizzato dalla Consulta delle Opere Caritative coordinata da Caritas diocesana e alla quale aderiscono.


La VI Giornata mondiale dei poveri giunge a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione del rapporto Caritas “L’anello Debole”, che rileva la presenza di 5,6 milioni di poveri assoluti in Italia, di cui 1,4 milioni di bambini (dati Istat); l’assenza di mobilità sociale nel Paese, in quanto occorrono cinque generazioni perché una persona nata in una famiglia povera possa raggiungere il reddito medio; la prevalenza dei poveri intergenerazionali, che rappresentano il 60% delle persone seguite dai Centri di ascolto ed altri dati che possono essere consultati nella versione integrale del rapporto.


Si tratta della “fotografia di un Paese dove gli ascensori sociali si dirigono verso il basso, con poche prospettive di riprendersi e l’aggravante di una povertà ereditaria”, come dichiarato dal Vicedirettore di Caritas diocesana Federico Valenzano in un’intervista rilasciata alla Gazzetta di Modena, “oggi è povero chi ha un lavoro o ha una pensione”. Tutto ciò in un contesto socio-economico aggravato dall’inflazione, dal rincaro dei costi dell’energia e altre conseguenze della guerra in Ucraina, che, come scrive papa Francesco: “è venuta ad aggiungersi alle guerre regionali che in questo momento stanno mietendo morte e distruzione” con l’aggravante del “diretto intervento di una superpotenza”, innescando ancora una volta “i ricatti reciproci di alcuni potenti che coprono la voce dell’umanità che invoca la pace”.


Per il Santo Padre, è urgente trovare strade che possano andare oltre l’impostazione di quelle politiche sociali “concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e tanto meno inserita in un progetto che unisca i popoli” (Fratelli tutti, 169). L’alternativa tracciata da papa Francesco, e seguita in questi anni da Caritas diocesana, è quella di “condividere la propria esistenza con i fratelli e le sorelle a partire dagli ultimi, da quanti mancano del necessario, perché sia fatta uguaglianza”. Condivisione, questa, che consiste nel “mettere in pratica la fede attraverso il coinvolgimento diretto”. Quella fede che “viene dall’ascolto” (Rm 10,17), che è il primo gesto di carità.











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